Premessa
Nella fase attuativa del PNRR possiamo, attraverso il monitoraggio, valutare i progressi ottenuti e gli obiettivi da raggiungere, suggerendo alle Amministrazioni Locali buone pratiche, avendo a disposizione una dotazione di 80 miliardi di investimenti, competenze specifiche, conoscenza e interesse delle comunità di cittadini e cittadine ed anche la possibilità di procedere a nuove assunzioni.
Il Sito https://italiadomani.gov.it/it/home.html rende disponibili dati e informazioni che consentono di conoscere i singoli progetti finanziati dal PNRR, a quale obiettivi rispondono, cosa verrà prodotto e da chi. Servono i dati sui processi decisionali, sugli obiettivi e sulla descrizione dei progetti, sulle procedure amministrative che “attivano” i progetti (bandi, circolari, delibere…), sulle eventuali procedure di gara e i relativi codici identificativi, sulla localizzazione dei progetti e dei soggetti coinvolti, sullo stato di avanzamento procedurale e fisico e su risultati e impatti attesi e relativi indicatori.
Questi dati, a livello di singolo progetto finanziato, sono un essenziale punto di partenza per costruire una consapevolezza sull’impiego dei fondi, per misurare le ricadute dirette per la propria città e ricercare un dialogo con i soggetti pubblici e privati responsabili di realizzare i singoli interventi.
Ma non basta. Occorre migliorare la “valorizzazione del patrimonio informativo relativo alle riforme e agli investimenti del PNRR anche attraverso lo sviluppo di iniziative di trasparenza e partecipazione indirizzate alle istituzioni e ai cittadini/e”.
E occorre procedere al monitoraggio degli investimenti del PNRR attraversouno sguardo di genere ed una condivisione degli obiettivi, delle definizioni e dei metodi di osservazione, nonché la comparabilità dei dati.

Sulla parità di genere
Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha tra le sue priorità strategiche la parità generazionale e quella di genere. Due obiettivi che intende conseguire principalmente favorendo l’aumento dell’occupazione giovanile e femminile.
Lo sguardo di genere delle esperte del PNRR delle task force che stanno lavorando in ogni Regione si realizza attraverso attività di consulenza e di supporto tecnico per il monitoraggio degli stati di avanzamento e la verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali nell’ambito dell’esecuzione di progetti complessi, la verifica dell’avanzamento di strategie di sviluppo territoriale multisettoriali e multifondo, la costruzione di sistemi di monitoraggio fisico di progetti e processi anche in riferimento agli stati di avanzamento degli investimenti.
In particolare i compiti che in questa fase sono chiamate a svolgere riguardano
la mappatura e la ricostruzione del flusso delle procedure, la valutazione dell’impatto delle semplificazioni introdotte dal decreto-legge 1° maggio 2021, n. 77, e dagli altri interventi di riforma adottati nell’ambito del PNRR sul flusso e la modalità di gestione delle procedure oggetto di supporto, l’analisi delle criticità che caratterizzano le procedure oggetto di supporto e le relative cause, la rilevazione in base ai criteri e alle modalità indicate DPCM 12 novembre 2021 i dati utili ai fini della misurazione della baseline (numero di procedure avviate e concluse, tempi medi, ecc.) in relazione alle procedure assegnate, l’ assistenza tecnica agli enti del territorio per l’adozione e l’utilizzo di sistemi informatizzati di gestione delle procedure amministrative.

Ma in tutto questo cosa c’entra la parità di genere?
La parità di genere è trasversale perché tutte le missioni del PNRR hanno al loro interno misure che possono, direttamente o indirettamente, impattare sulla riduzione dei divari tra uomo e donna, tra giovani e adulti e tra territori svantaggiati e non. Il governo ha pubblicato i documenti relativi a quante e quali misure e risorse del Pnrr hanno come priorità il miglioramento delle condizioni di giovani e donne.
Le misure del piano che dovrebbero avere un effetto positivo sulle condizioni delle donne, ammontano ad un totale di 38,5 miliardi di euro di risorse del Pnrr.
Tra le priorità secondarie che compongono la parità di genere, il tasso di mancata partecipazione femminile al lavoro è l’indicatore a cui è indirizzata la maggior parte delle misure (20 su 34) e delle risorse (26,3 dei 38,5 miliardi di euro).
4 punti percentuali è l’aumento previsto nel biennio 2024-2026 del tasso di occupazione femminile come conseguenza dell’attuazione del Pnrr. Su questa crescita incideranno in particolare la missione 1 : digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e la 2 : rivoluzione verde e transizione ecologica.

Quali sono le proposte?
Occorre formulare proposte di innovazione nei modelli organizzativi, di reingegnerizzazione e semplificazione amministrativa dei processi e degli strumenti dell’azione amministrativa riguardanti tutte le procedure oggetto di intervento.
Occorre formulare proposte di semplificazione normativa riguardanti le procedure oggetto di intervento.
Occorre impostare e realizzare attività di monitoraggio dello stato di avanzamento dell’intervento e di verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali.
Occorre realizzare attività di pianificazione, controllo e comunicazione interna ai fini dell’efficiente gestione di ciascun intervento.

Le linee guida del Dipartimento Pari Opportunità per il Pnrr
Si tratta di regole che hanno validità per i contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr e del fondo complementare. Sono stati adottati tramite il decreto interministeriale del Dipartimento per la pari opportunità e del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, del 7 dicembre 2021.
In sintesi, alcune linee guida riguardano la richiesta ai soggetti candidati, di fornire delle analisi del proprio contesto lavorativo.
In particolare:

la redazione e la produzione di un rapporto sulla situazione del personale,

la consegna di una relazione di genere sulla situazione del personale maschile e femminile,

la presentazione della dichiarazione e della relazione sul rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità.

Altre linee guida, invece, rappresentano delle vere e proprie clausole da inserire nei bandi di gara:

  • al momento della presentazione del progetto, i soggetti coinvolti devono aver assolto agli obblighi di legge sul lavoro delle persone con disabilità,
  • riservare il 30% delle assunzioni all’occupazione giovanile e femminile.

Si tratta di regole non prive di criticità. In primis il contesto di partenza, che è quello di un paese con delle enormi lacune in termini di parità generazionale e di genere ed anche dell’esistenza delle condizioni di esclusione subite ancora oggi dalle persone con disabilità.

La centralità del lavoro femminile è tra le priorità strategiche
Le misure del Pnrr associate alle priorità “parità di genere” sono classificate in base ad alcuni indicatori di valutazione.
Tra gli indicatori individuati per la parità di genere, troviamo per esempio la quota di donne laureate in discipline scientifiche e l’asimmetria nel lavoro di cura.
Per ridurre le disparità, il Pnrr punta sull’aumento dell’occupazione femminile.
Il tasso di mancata partecipazione femminile al lavoro è infatti l’indicatore a cui è destinata la maggior parte delle misure e delle risorse
Avvalendosi di una particolare metodologia il Dipartimento del tesoro ha stimato l’aumento del tasso di occupazione, previsto come conseguenza dell’attuazione del Pnrr.
Ogni anno dal 2021 al 2026, si stima che il Pnrr generi un aumento del tasso di occupazione, rispetto al valore di riferimento,per tutte le categorie considerate. Tuttavia si notano alcune differenze: i giovani occupati del sud Italia dovrebbero aumentare più degli altri, fino ad arrivare a 4,9 punti percentuali di variazione dal benchmark nel biennio 2024-2026.
3,2 punti percentuali è la variazione dal valore di riferimento prevista per il totale degli occupati in Italia, come effetto del Pnrr.
E’ interessante notare che la stima sulla crescita del tasso di occupazione femminile prevede inizialmente un aumento paritario rispetto a quello maschile : 0,7 punti nel 2021 e 2,2 nel 2022, sia per gli uomini che per le donne. Solo dal 2023 c’è un cambio di passo per l’occupazione femminile, che dovrebbe registrare delle variazioni dal benchmark maggiori rispetto a quelle previste per l’occupazione maschile.
Per la crescita prevista del tasso di occupazione femminile le missioni 1 e 2 risultano le più incisive in termini di punti di variazione ed anche le misure della missione 5, inclusione e coesione, in particolare per l’attuazione delle politiche attive del lavoro e degli interventi a sostegno all’occupazione. Meno impattanti invece, anche per le donne oltre che per i giovani, le missioni 3 e 6.

Isa Maggi – Coordinatrice Nazionale Stati Generali delle Donne

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